Candidatura Occhiuto, dopo Spirlì, e Talarico Tallini un altro fallimento in vista per la Calabria

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È quasi fatta per Roberto Occhiuto candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria. Un personaggio che, al contrario di quanto propagandato dalla sua area politica, non può rappresentare “Il nuovo che avanza” ma al contrario quanto di più vecchio e stantio si trova tra i ranghi della destra calabrese.Basta leggere il suo curriculum per inquadrare il personaggio. Occhiuto Roberto, si affaccia alla scena politica nel novembre 1993 eletto nel Consiglio Comunale di Cosenza nella lista “Popolari per Cosenza” che sostituisce la  Democrazia Cristiana distrutta da Mani Pulite, per poi trasferirsi tra le braccia di Berlusconi, che gli  garantisce, nel 2000, l’elezione nel Consiglio Regionale a fianco di Chiaravalloti, ma, nel 2002, dopo una lite  con i fratelli Gentile, esce da Forza Italia ed aderisce nell’ Unione di Centro di Pierferdinando Casini  e Lorenzo Cesa, allo scopo di essere riconfermato consigliere regionale e così riesce ad essere rieletto.Nel 2008 diventa deputato nell’Unione di Centro ma nel 2013 non viene rieletto e lascia L’UDC per rientrare in Forza Italia.Nel 2014 rientra a Montecitorio, come primo dei non eletti dell’UDC, ma non ha nessuno scrupolo a tradire il mandato elettorale e resta in Forza Italia, dove viene rieletto deputato nel 2018.Occhiuto Roberto, un tipico esempio di trasformismo politico, sempre pronto a cambiare casacca per garantirsi la poltrona, ma che in quasi 30 anni di attività non ha avuto mani il tempo (e la voglia) di occuparsi dei problemi della Calabria e dei Calabresi, ma molto capace invece di occuparsi delle fortune dei suoi familiari ed i suoi più stretti collaboratori.Non è un caso che nel 2011 a Cosenza diventi sindaco Occhiuto Mario, fratello di Roberto, che manda avanti e conclude molti progetti programmati da Giacomo Mancini e dimenticati, dai Sindaci Catizone e Perugini nei cassetti del Comune. Tuttavia a un’attenzione per la parte nuova della città, corrisponde un totale abbandono per lo splendido centro storico di Cosenza che giorno dopo giorno continua a crollare a pezzi. Non si può ignorare che il sindaco Occhiuto abbia svolto la sua attività  portando il bilancio Comunale al pre-dissesto, con la conseguenza di dover aumentare, ai massimi consentiti e sulla pelle dei cosentini, tutte le aliquote dei tributi comunali (IMU, TARI ecc.). Tutto ciò ha portato a un altro triste primato: un elevato numero di attività commerciali, negli ultimi 10 anni, sono state costrette a chiudere nel Capoluogo, perché “strozzate” dagli esosi tributi e dalla carenza di servizi, ma anche per le difficoltà di accesso e mobilità al centro di una città, storicamente ad alta vocazione commerciale e terziaria che – per decisioni urbanistiche assunte in modo arbitrario con ordinanze e senza alcun confronto nel Consiglio Comunale – ha mortificato la possibilità di  accogliere l’utenza commerciale proveniente dai paesi limitrofi.Trasformismo, familismo e nessun interesse per la Calabria se non a scopo elettorale, ecco cosa propone il centrodestra con la candidatura di Roberto Occhiuto.

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