Le diffamazioni della stampa asservita ci dicono che siamo sulla buona strada

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La mia, ma anche quella di Tesoro Calabria nel suo complesso, non vuole essere una difesa d’ufficio, che nemmeno ci servirebbe potendo noi camminare a testa altissima, bensì la rivendicazione della condivisione di un percorso di coalizione unitario e all’insegna della legalità al fianco di una persona perbene. E parlo di un candidato a governatore che evidentemente, al pari del nostro Movimento, inizia a fare paura ai parrucconi a cui va ascritta la becera colonizzazione per decenni di una delle regioni più belle d’Italia: la nostra amata terra. Si tratta, ed è fin troppo chiaro, del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, nei giorni scorsi oggetto, così come io stesso, di un modo di fare informazione tendenzioso, fuorviante e chiaramente orientato da una parte, ad opera del Corriere della Calabria, evidentemente sceso in campagna elettorale accanto ai soliti riferimenti politici, a cui addebitiamo la diffusione dell’ennesima fake news su di noi. Ribadiamo allora il concetto che se succede questo il timore dei rivali, soprattutto di alcuni, sta crescendo. E di parecchio. È l’unico motivo per cui ci siamo ritrovati a leggere un articolo che ha diffuso una notizia falsa e strumentale peraltro alla base del conferimento al mio avvocato, l’ottimo professionista Nicola Mondelli, del mandato a querelare e procedere alla richiesta di risarcimento danni, morali e materiali, nei confronti di chi ha scritto il pezzo e del direttore della testata. E preciso, fin d’ora, che il ricavato del risarcimento sarà devoluto a favore di associazioni di volontariato operanti nel sociale a difesa dei più deboli, perché ho sempre pensato come dal male possa e debba nascere il bene. È fin troppo evidente infatti che in Tribunale non potrà non essere appurata e attestata la verità, facendo io oltretutto presente che il sindaco di Montalto Uffugo (“Il comune di Tansi”, nds) alle prossime Regionali sarà candidato con il centrodestra e quindi mio avversario politico. Ma, allora, mi si spieghi di quale presunto accorduni stiamo ragionando? Certo, non sarebbe un patto sconvolgente in astratto. Ma io non lo siglerei. Mai. E il motivo è perché mi sottopongo ogni mattina a un accurato esame di coscienza a differenza di chi invece esercita il delicato mestiere di giornalista senza comportarsi allo stesso modo prima di scrivere baggianate del genere. Come premesso, però, il Corriere della Calabria non è nuovo a tali sortite, tant’è vero che durante il mio triennio alla guida della Prociv regionale era solito attaccarmi con frequenza quasi quotidiana. Forse in virtù del fatto che con un’azione incisiva avevo toccato strani interessi. Colgo dunque l’occasione anche per ribadire in conclusione, semmai ce ne fosse bisogno, come la città metropolitana di Napoli e de Magistris, che ha la responsabilità di governarla, nel 2020, al contrario di tante altre amministrazioni locali di grandi e medie realtà italiane, abbia utilizzato procedure corrette e improntate alle migliori prassi. Al punto che la suoi colleghi di grandi città italiane gli hanno chiesto aiuto e consiglio su vari argomenti delicati fra cui l’emergenza rifiuti. Ma questa è un’altra storia, mentre noi intendiamo limitarci a stigmatizzare un fatto molto grave. Una menzogna che non merita un’ulteriore smentita, non essendoci alcunché da precisare rispetto, lo ripeto, a una panzana. Cos’altro dunque aggiungere a riguardo, se non che qualifica chi l’ha veicolata. L’unica cosa vera qui è infatti che il lavoro di de Magistris è stato trasparente ed egualitario, di conseguenza soltanto meritevole di elogi. Perché Napoli con lui ha cambiato volto passando dall’essere una metropoli caotica, sporca e disordinata, a una realtà degna degli standard mitteleuropei. Ma, se la Calabria è diventata l’ultima regione d’Europa, è dovuto anche a una certa stampa locale, che continua a distorcere le notizie a fini elettorali appiattita o, talvolta, persino alla mercè dei poteri forti ovvero troppo legata alla pubblicità di maxifinanziatori. La maggioranza dei calabresi lo ha tuttavia ormai capito e sa che anche questa è malapolitica da eliminare con il voto democratico. E noi lo gridiamo come membri di uno schieramento che deve rispondere a tono, unito e solidale. Un gruppo sano che qualcuno cerca di infangare, atterrito poiché dopo oltre 30 anni noi riusciremo a sovvertire il sistema messo in piedi dai loro amici rei di aver tarpato le ali alla regione più bella d’Italia: la nostra Calabria.

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